La serie W111/112 lanciata sul mercato nel 1959 in sostituzione della Ponton W180 e derivate, assume un ruolo fondamentale nella Storia della Mercedes Benz poiché si tratta del primo modello nel quale la ricerca sulla sicurezza degli occupanti assume un ruolo primario nella progettazione.
Basata sugli studi del Professor Bèla Barènyi la vettura presentava: la cellula dell’abitacolo formata da una gabbia in tubi di acciaio ad alta resistenza con il cruscotto imbottito nella parte superiore, interruttori e manopole in plastica deformabile; piantone dello sterzo collassabile al fine di limitare i danni al pilota, muso e coda deformabili così da dissipare l’energia cinetica derivante da un impatto e lo stemma posto alla sommità della calandra deformabile e cedevole in caso di impatto…una vera rivoluzione.
E’ stata oggetto dei primi crash test effettuati dalla casa per valutare la resistenza agli impatti frontali e ai tamponamenti e anche in caso di ribaltamento. Meccanicamente riprende quasi tutto dalla W180 a cominciare dai motori, dallo sterzo a circolazione di sfere, il telaio ausiliare anteriore al quale è fissata la meccanica e il retrotreno a ponte con articolazione centrale integrato da un mollone centrale di compensazione. All’esterno il design era sobrio e classico con la calandra lunga e imponente, una fiancata quasi dritta e la novità delle pinne sui parafanghi posteriori, da lì il nomignolo “codine” che la contraddistingue. A dir la verità la moda delle pinne lanciata negli States era quasi giunta al termine ma in Mercedes vollero riproporlo ma in forma più elegante. Un uso sapiente di cromature conferiva alla vettura classe e opulenza ma senza apparire sfacciata. Stesso discorso per l’abitacolo dove legni, tessuti pregiati e cormature la facevano da padrone ma il tutto improntato ad una rassicurante opulenza, in pratica, “la berlina Mercedes Benz”.
Disponibile da agosto 1959 nelle versioni 220b, 220Sb e 220Seb con il 6 cilindri di 2195cc con potenze di 95, 110 e 120 cavalli (quest’ultimo dotato di iniezione meccanica Bosch) con trasmissione manuale o automatica opzionale diventa subito un successo. Nel 1961 la gamma viene integrata con la 300SE e SEL con passo da 2850mm, 100mm in più dello standard, che vanta l’innovativo sistema di sospensioni pneumatiche regolabili anche in altezza, doppio circuito frenate con 4 freni a disco (Dunlop) e servosterzo. Monta il motore della 300W189 Adenauer con trasmissione automatica di serie e si caratterizza per finiture ancor più opulente sia all’esterno che all’interno.
Nello stesso anno debuttano le versioni coupè al Salone di Ginevra in Marzo e le versioni cabriolet al Salone di Francoforte in settembre. Mantengono lo stesso imponente muso delle berline dalle quali derivano (fino al 1969 quando la calandra diverrà più larga e bassa identificherà con la 280SE le Flachkuhler) ma hanno un’altezza leggermente ridotta e le pinne al posteriore diventano appena accennate facendole apparire quasi come un modello nuovo. Le coupè saranno le capostipiti delle “pillar less” di casa Mercedes, ovvero le coupè derivate dalle berline e senza montante tra la zona anteriore e posteriore dell’abitacolo e questo comporterà un leggero incremento del peso. Adotteranno le stesse soluzioni meccaniche delle berline (motore 3000cc dal 1962) con l’aggiunta dei freni a disco all’avantreno e lo spostamento della leva del cambio dal volante al pavimento, e rimarranno in produzione fino al 1971 mutuando i propulsori dalla classe S prodotta in contemporanea (W108/109).
Su queste versioni di carrozzeria debutterà anche il motore tipo M116 a 8 cilindri di 3,5 litri e si vedranno per la prima volta come optional i sedili posteriori singoli. Tornando alla berlina la motorizzazione 2197cc sparisce nel 1965 e viene sostituita dal motore 2306cc da 120CV (non per coupè) che identificherà la 230S prodotta in contemporanea alle W108-109 fino al 1968. La W111 è stata prodotta anche in versione giardinetta denominata Universal tra il 1966 e il 1967, specialmente nella variante 230S in poco più di 300 esemplari, ma nonostante fosse nei listini ufficiali Mercedes Benz era prodotta dalla IMA in Belgio. Altre realizzazioni non ufficiali sono di Binz (soprattutto ambulanze) e di Miesen (carri funebri). La serie W111-112 in 380.682 esemplari tra berline, coupè, cabriolet e telai da destinare a fornitori esterni, successo notevole anche grazie al ricco mercato statunitense. E’ stata la versione sulla quale hanno fatto la loro comparsa importanti novità per il confort e la sicurezza, tant’è che ancor oggi quando si parla di cellula di sicurezza per l’abitacolo non si può fare a meno di citarla insieme al Professor Barenyi.
Testo del socio Domenico “Cinesino”